Atomic
Rooster. Un nome che certamente sarà conosciuto da pochi di coloro che frequentano il mio sito, eppure rientra fra quei nomi che vi sto presentando per primi nel mio viaggio fra la "A" e la "Z", perché riveste quella importanza che lo rende assolutamente da citare in prima istanza. È stato un gruppo dalla vita travagliata, con frequenti cambi di formazione, ha prodotto pochi album di cui solo i primi tre forse hanno quel qualcosa in più tipico dei grandi. Infine va ricordato che solamente uno dei componenti è attualmente in vita, il chitarrista John Du Cann a sinistra nella foto in alto. A proposito di queste luttuose notizie, sapevo della scomparsa del tastierista Vincent Crane, non ero certo al 100% della scomparsa del batterista Paul Hammond. Una lunga ricerca su internet non mi ha portato a nulla!. Devo quindi fidarmi come conferma di quanto scritto sul sito ufficiale www.atomic-rooster.com . Questo è molto indicativo di quanto sia stata breve la vita di questo gruppo anche nella memoria collettiva. |
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Eppure,
quando si sono presentati sui palchi all'inizio degli anni '70, hanno
fatto subito notizia e la loro notorietà fu grande. Tutta fama meritata, perché si sono presentati con una proposta decisamente originale ed interessante, sostenuta dalla bravura dei componenti. Basti dire che una delle originalità della band era non avere il basso in formazione, perché ad esso provvedeva il tastierista con la pedaliera dei bassi del suo organo Hammond. In effetti Crane è stato uno dei tastieristi migliori della scena rock, capace di usare sempre le sonorità giuste, e dalla abilità eccezionale di evocare immagini ed atmosfere, con le sue tastiere. |
Il
loro album migliore è sicuramente Death Walks Behind You, dove si può
ascoltare un saggio di tutte le loro capacità, e delle idee che sapevano
esprimere. Purtroppo nel crogiolo degli anni a cavallo fra la metà anni '60 e metà anni '70 dove hanno visto la luce tantissime band che con la loro originalità hanno rivoluzionato la musica moderna, si doveva restare a galla almeno per un decennio per restare nella memoria collettiva. Molti non ci sono riusciti perché oggettivamente non in possesso di capacità fuori dalla media, altri come la band qui ricordata, per sfortuna, vicende personali e quant'altro, ma non certo per demeriti artistici. |
Mi
ritengo quindi fortunato, di aver potuto gustare la loro musica, e non so
se ha influenzato qualcuno, ma certamente non è passata inosservata.
Come definirla? |