To Italian

 

Italicus.

On the most recent models of bus operating on the Turin’s lines, is present the air conditioning.
Everyone that is a bit clever knows how is necessary to keep the bus windows closed using the air conditioning, otherwise, of course, will enter the external hot air making useless the conditioning.
In any case the public transport company has the care to put sticky labels on the windows with the request of keeping closed the windows on.
What the transport company has not well in mind is that make a “request” for something, in Italy means to make transparent the inscription.
In Italy make a request to do (or not to do) something is like say to the people to do what they like.

either the concept of “prohibition” or “forbidden” have a greatest impact.
So are born linguistic paradox such as “strictly prohibited” or “severely forbidden”.
It is obvious that if something is prohibited we have not to do it, the concept of prohibition has not degrees that indicate how something is more or less prohibited!.
However the linguistic paradoxes above, have their logic of existence, because they try to let understand to Italics how something has just not to be done.

Moreover exist also other paradoxes such as “within and not longer” or “absolutely within”, that born from the fact that for an Italic, stay within a fixed time limit,  is not mandatory but, the italic, tries, without doubt, to be enclosed the same perhaps using excuses for the delay, that cannot be proposed, but proposed the same like valid excuses!.

And it not ends here: there is for example a diffused improper use of the verb “to do”.
This is bad because this habitude did not comes from a popular tradition that is assumed in the current language, but is a barbarizing of the language due to whom has a poor knowledge of the language.
So we discover that Italians are a people of ceramists because they “do the dishes” (look at “wash the dishes”), or a people of glassworker because they “do the windows glasses” (look at “wash the windows glasses”) or a people of mechanic engineers because the “do the wash machine” (look at “washing with the wash machine”). And many other examples can be made.
What is really disappointing is the use of these linguistic horrors into the advertising, that, opposite, it have the duty to publicize a good use of the Italian language. Perhaps they do it to stay more near to the simply people, but it is not an excuse.

Then, we can also talk about the SMS dialect, used by many young people, but used also in other contests, without any regard to the fact that this dialect must stay confined to the sms. In fact this dialect has his logic in the sms, because there is an high saving of characters and consequently in money. But using it in the ordinary language it is only an heavy barbarization.
The sms dialect has just the property to make thinking about the use of the vocals: some languages still used today has not the vocals, at least in the written language, and the sms dialect is made for a great part leaving the vocals from the words. So, what is the utility of the vocals?. This dialect uses also the “k” letter instead of the “ch”, and in this case it is also interesting thing about the fact that the Italian do not use all the 26 characters of the occidental alphabet.

In any case is depressing to verify how in few years the quality of the Italian, a language rich and refined like few others, is fault in quality due also to who, in theory, will be a vehicle of the good speaking.

 

 

 

Italicus.

Sui pullman di più recente costruzione circolanti sulla rete di trasporto torinese, è installata l’aria condizionata.
Qualsiasi persona che abbia un minimo d’intelligenza sa che con l’aria condizionata non si devono aprire i finestrini, altrimenti entra l’aria calda esterna e si vanifica l’effetto.
Per scrupolo l’azienda trasporti ha affisso un adesivo sui vetri in cui prega di non aprire i finestrini.
Ciò nonostante il vulgo apre puntualmente tutti i finestrini.
Quello di cui non ha tenuto conto l’azienda trasporti, è che “pregare” di far qualcosa in Italia significa rendere in sostanza invisibile la scritta.
In Italia, pregar di fare qualcosa è come indicare che si può agire a proprio piacimento. Nemmeno la parola “divieto” o “vietato” hanno maggiore incisività, ed ecco che nascono dei paradossi linguistici molto diffusi di cui i più comuni sono il “severamente vietato” e “rigorosamente vietato”.
Va da se che un qualcosa di vietato è da non farsi e basta, il concetto di vietato non ha gradazioni che indichino che un qualcosa è più o meno vietato: è insito nel concetto stesso.
Eppure questo paradosso ha una sua logica, perché tenta di far capire agli italici che la tal cosa proprio non si deve fare.

Poi c’è anche il paradosso dell’ “entro e non oltre” o “tassativamente entro”, nascente dal fatto che per un italico, presentarsi dopo un termine prestabilito, non è ostativo ma tenta senza ombra di dubbio di strappare il favore di essere incluso lo stesso, oppure vanta scusanti per il ritardo, improponibili, ma assunte come valide.

E non finisce qui: esiste anche l’uso scorretto del verbo fare. Uso negativo perché non nasce da una consuetudine popolare che entra nel linguaggio corrente, ma rappresenta un imbarbarimento del linguaggio introdotto da chi ha scarsa conoscenza della lingua.
Scopriamo quindi che gli italiani sono un popolo di ceramisti perché “fanno i piatti” (vedi lavare i piatti), o di vetrai perché “fanno i vetri” (vedi lavare i vetri) o di ingegneri meccanici provetti in quanto “fanno la lavatrice” (vedi lavare i panni con la lavatrice), e così via si potrebbero fare molti altri esempi.
Quello che urta è che le pubblicità, anziché essere viatico del buon italiano, propagandano questi obbrobri linguistici non si sa per che motivo, forse per avvicinare di più la pubblicità alla persona semplice, forse ma non è una scusante.
Si potrebbe anche parlare del dialetto degli sms che molti giovani trasportano anche in altri contesti, senza tener conto che questo dialetto va confinato agli sms perché in quel contesto ha la sua logica nel risparmiare caratteri e quindi denaro, altrove imbarbarisce solo, e pesantemente, la lingua.
Vi è solo da notare un fatto curioso: vi sono diversi linguaggi del presente e del passato, che non prevedono vocali nella lingua scritta, e questo dialetto degli sms fa molto affidamento sull’eliminazione delle vocali, sarebbe interessante discutere sull’uso ed utilità delle vocali. Anche l’uso della lettera “k” in sostituzione del “ch” è interessante in quanto l’Italiano non usa tutte e ventisei i caratteri base dell’alfabeto occidentale.

Comunque sia è deprimente verificare come in pochi anni l’uso dell’italiano, una lingua ricca e raffinata come poche, è decaduto in qualità anche grazie a chi dovrebbe invece essere veicolo del buon parlare.