Sono meglio i libri od i film tratti da essi?

 

Quando si parla di un film tratto da un’opera letteraria, è praticamente scontato che si inserisca qualcuno nel dibattito, sostenendo che il libro è molto meglio, che non c’è paragone.

Di primo acchito la cosa potrebbe sembrare non solo giusta ma persino scontata: è chiaro che in un massimo di due ore, due ore e mezza, condensare, e condensare bene, tutto il contenuto di un libro non appare una operazione particolarmente semplice.

Tuttavia riflettendo con attenzione, il confronto con i libri, appare molto meno giusto e scontato.
Cominciamo proprio dal capitolo della lunghezza.

Innazitutto, ed è una cosiderazione da tenere buona anche per il proseguo della riflessione, in un libro vengono spese moltissime righe nella descrizione dei luoghi, dei personaggi, degli stati d’animo, in un film questo è immediato con la scenografia e con il comportamento degli attori.
Quindi ci troviamo con dei fattori importantissimi come i luoghi, quindi ambientazione, atmosfera, luci ed i personaggi, per cui il cinema non spende tempo dando visivamente e in modo immediato il messaggio.
Lo scrittore, anche illuminato dalla migliore capacità di sintesi, deve necessariamente usare dello spazio per queste cose, allora cominciamo a togliere tutte le righe da un libro usate per questo scopo, di quanto dimagrisce il libro?
Certamente non di poco, e resta solo la storia. Ora qui bisogna essere onesti, si vedono certi tomi in giro, da scoraggiare persino la lettura in chi magari la ama ma ha il tempo contato.
E la tendenza è sempre più radicata, ormai un romanzo anche in edizione economica e quindi con margini ridotti e caratteri più piccoli, occupa sempre un volume di tutto riguardo.
Siamo onesti: ma è veramente tutto necessario, tutto bello, quello che c’è in simili tomi?
Da una grandissima firma forse si, gli scrittori che hanno quel qualcosa in più forse riescono a riempire simili spazi cartacei di materiale interessante. Ma da uno scrittore bravo, ma nella media, o da uno non particolarmente esaltante, il dubbio che in tutto quel fiume di parole ci sia tanta acqua per allungare il brodo è lecito.
Richiamando quindi sempre la sopracitata onestà, non è che magari traendo una sceneggiatura da un libro, vengano tagliate proprio quelle parti che servono ad allungare il brodo? Viene logico pensare di si.
Questo era per far riflette su una delle contestazioni più comuni: “nel libro ci sono più vicende, nel film sono state tagliate molte parti”.
Ed ora prendiamo in considerazione la sostanza del libro, la trama.
Per fare questo credo sia utile esaminare un autore molto noto ed amato, perché il suo lavoro dà gli spunti giusti per sviluppare il mio pensiero.
Stephen King, è di lui che voglio parlare, come noto, ad un certo punto, stufo di vedere i suoi libri malamente trasposti e conscio di avere oramai grande forza contrattuale, pose una conditio sine qua non.
Lui avrebbe concesso il nulla osta a fare una versione cinematografica di un suo libro solo sei lui stesso avesse preso parte alla realizzazione della pellicola.
Quindi ci troviamo di fronte a due prodotti firmati da Stephen King. Ci si aspetterebbe quindi che in un caso come questo si sentisse dire che si tratta ovviamente di due cose diverse ma entrambe belle perché entrambe curate dal maestro. Invece no, i lettori di Stephen King sono tra i detrattori più feroci delle pellicole tratte dai suoi romanzi. E questo è strano ovviamente: Stephen King piace su carta, ma non piace su pellicola. Ed il maestro del brivido torna utilissimo in questa riflessione perché c’è il “caso” di Shining.
Ne esistono infatti due versioni cinematografiche, una, quella famosissima di Kubrik e Nicolson, l’altra fortemente voluta dallo stesso King, almeno così mi risulta, per fare giustizia ad uno dei suoi romanzi meglio riusciti, consistente in una miniserie, curata appunto da King stesso.
Qui facciamo il confronto non tra libro e film ma tra due film, ed il risultato è che la miniserie curata da King ha avuto successo, ma niente di eclatante, e gli stessi amatori di King, se proprio devono scegliere, in molti preferiscono la prima versione di Kubrik.
Allora qui ci troviamo in una situazione imbarazzante, perché viene lecita la domanda da porre ai cultori dello scrittore: “ma a voi, in definitiva, piace o non piace Stephen King ?”.
Si perché da un lato abbiamo un film che pur diretto e interpretato da artisti di primissimo piano fa comunque storcere il naso a Stephen King, dall’altro abbiamo una miniserie della durata di otto ore, capace quindi di coprire per intero il testo del romanzo, con scenografia, ambientazioni, caratteri, luci ed atmosfere curate dallo scrittore in persona, e preferite l’altro film? In teoria dovrebbe andare a ruba il DVD della miniserie, tra i cultori, quale unico esempio di romanzo trattato per intero e tutto curato da King.
Allora non vi piacciono i film curati da King, non vi piace lo Shining televisivo di King, ma allora non vi piace Stephen King, ma quello che scrive Stephen King, che è tutta un’altra cosa.
Lo stesso libro letto da 100 persone, dà vita a 100 storie diverse perché guidati dal testo, ognuno di noi si fa la sua ambientazione, la sua atmosfera, i suoi personaggi. Ed anche se una persona è disposta ad accogliere le proposte altrui, ciò che è creato dalla propria mente è inconsciamente sempre preferito.
Accade quindi che le cose fatte così come le ha pensate uno scrittore tramite un film, non piacciano come le stesse cose descritte dallo scrittore e filtrate dalla propria mente.
Diciamo quindi che alla resa dei conti fare il raffronto tra film e libro, lascia il tempo che trova, sono due cose diverse che hanno il loro valore indipendente.
Con questo non nego che ci siano state pessime trasposizioni di libri in pellicola, che non hanno beneficio di nessuna elucubrazione come giustificazione, son proprio fatte male e basta, ma io sono convinto che esistano anche e non siano nemmeno pochi, dei libri che nella trasposizione cinematografica ci abbiano guadagnato!!!
Senza poi ignorare anche un piccolo fattore birichino, di connivenza tra letteratura e cinema, infatti quando un autore diventa una fonte costante di libri che vengono realizzati anche cinematograficamente, questo autore comincia a scrivere i libri come se fossero già delle sceneggiature….