To Italian

 

This thought, is directed essentially to Italians.
I will translate it in English, of course, but in this case I prefer to post it immediately, before the English translation. I make the appointment with English readers A.S.A.P.

 

 

Ho letto oggi sulle pagine di un giornale un articolo dove si descriveva con soddisfazione l’ultima trovata americana: l’istituzione di apposite cabine in alcuni ristoranti, dove confinare l’uso del telefono cellulare.

A parte che un tempo era molto chic farsi portare il telefono al tavolo per ricevere una telefonata, se non erro, questa è la solita trovata di chi non sa capire quello che il progresso offre.

Ancora adesso c’è gente che non ha digerito l’avvento del computer, men che meno di internet, una delle applicazioni di quest’ultimo.
È ovvio che nascano anche contro il telefono cellulare pregiudizi ed opinioni dettate da una mentalità antiquata (o snob).

Con ogni cosa si può dar fastidio oppure no, a seconda della educazione di una persona. Personalmente non è che un trillo in un ristorante mi infastidisca, e nemmeno vedo dove risieda la differenza tra un colloquio fra due persone ai capi del tavolo ed un colloquio fra due persone ai capi di un apparecchio telefonico. Anzi spesso quest’ultimo viene fatto anche con tono di voce più contenuto per non far sentire i propri affari agli altri.

Ma quello che mi fa più ridere è che la crociata contro il telefonino come fonte di disturbo/maleducazione, la si faccia anche qui in Italia!!.
Io ho vissuto per cinque anni all’estero, e vi posso assicurare, che in quanto a fonte di disturbo e rumore, il telefono cellulare è proprio l’ultima delle cose di cui ci dovremmo preoccupare!.
Non so descrivervi quale pace e quale rilassamento hanno provato le mie orecchie in questi 5 anni lontano dall’Italia.

Gli Italiani sono delle vere macchine da rumore, ed è stupefacente scoprire come e quanto.
A cominciare dalla fonte più ovvia: la propria bocca.

Gli Italiani parlano generalmente con un volume sonoro enormemente più alto del necessario, neanche fossimo una popolazione di audiolesi.
È frequente sbottare in risate molto sonore e spesso sguaiate. Quando si scherza si alza ulteriormente il volume di almeno due/tre volte ancora, ci si chiama a cento e più metri di distanza, non ci si pone il problema di dove ed a che ora ci si trovi.
In Italia avere sotto casa un locale aperto di sera è normalmente una iattura perché i clienti parlano nel modo sopra descritto, incuranti dell’ora. Alla chiusura del locale comincia chi lavora nel locale a far rumore mentre sistema per la chiusura. Effettivamente si può arrivare anche fino alle tre, tre mezza di notte, prima di riuscire a dormire.
E ciò che lascia attoniti è che chiamare le forze dell’ordine è totalmente inutile per risolvere il problema! Se non temporaneamente.
All’estero un locale non rappresenta in generale un problema, per il semplice motivo che la gente tiene conto del fatto di poter disturbare e si regola di conseguenza. Una cosa che mi ha molto colpito, ad esempio, è che non ho mai sentito nemmeno un ubriaco rumoreggiare: questo mi ha dato l’indice di quanto sia radicato il rispetto per gli altri, al punto da non essere ignorato nemmeno sotto l’effetto dell’alcol.

Sento già la voce che mi dice: “ma noi italiani siamo gente schietta, spontanea, che si sa divertire!”.
Ebbene vi posso assicurare che anche gli stranieri sono schietti e spontanei, si divertono come matti, ma per farlo non tirano giù i vetri delle case con il loro vociare!!.
Quante volte ho sentito gente darsi appuntamento con frasi del tipo “dai vieni stasera che facciamo casino e ci divertiamo un sacco”. Onestamente, già io da italiano, e prima di vivere l’esperienza all’estero, non intravedevo il motivo per cui ci si dovrebbe divertire facendo casino... tant’è.

Rimanendo a temi di strada, sono rimasto allibito dalla silenziosità del traffico: in teoria all’estero utilizzano automobili che seguono le stesse specifiche europee in fatto di rumorosità delle nostre, eppure una coda di macchine ferme, all’estero genera un brusio, qui in Italia bastano 8 macchine ed un mezzo pubblico che già non riesci più a sentire che ti dice la persona dall’altra parte del telefono. Appunto, è più “maleducato” telefonare per strada (?!?!), oppure far tanto baccano da non far sentire la telefonata medesima?.
Questo per fermarsi al rumore “nativo” dei mezzi su strada, naturalmente motociclette e motorini che si sentono già a due kilometri di distanza sono un fatto di estrema rarità all’estero.
È poi addirittura inconcepibile l’uso di mezzi con altoparlante (arrotini-riparatori di vario genere, pubblicità) che si muovono per la città, come accade qui, anche di Sabato e Domenica.

Non è raro, qui in Italia, svegliarsi di soprassalto per il rumore dei vetri che si schiantano nel camion che sta svuotando la campana di raccolta, se già non si è stati svegliati, dipende da quanto è pesante il sonno, dal rumore del camion stesso. All’estero l’immondizia scompare come teletrasportata, perché non si sente il minimo rumore da parte dei mezzi preposti.

Nei cantieri e nelle impalcature, i muratori accendono la radio a tutto volume sin dal mattino presto, senza curarsi che venga trasmesso il radiogiornale, una sinfonia, il coro della Val Brembana, o heavy metal: ciò che è importante è avere del rumore attorno. Qui in Italia ovviamente.
E questa mania della radio comunque accesa è comune a molte persone in svariate locazioni ed occasioni.

A proposito di radio, anche all’estero ogni tanto passa una automobile “a propulsione sonora” tanto è alto il volume della musica ascoltata.
Tuttavia accade in zone isolate e mai oltre una certa ora.

La cultura di non rompere l’anima al prossimo la possiamo in certi casi verificare anche nella costruzione delle case.
Infatti ho personalmente verificato come nonostante tenessi il volume della musica a livello opportuno per apprezzarla bene, e quindi tendente all'alto, od ascoltassi la TV fino a tardi non arrecavo, con mio grande stupore, nessun disturbo al vicinato, manifestamente ben isolato.

Evidentemente non ho fatto l’Italiano, alzando il volume senza curarmi del vicinato. Ho ascoltato accuratamente cosa si sentiva all’esterno dell’appartamento, e tutte le volte che alzavo il volume un po’ di più mi premuravo di chiedere se avessi disturbato o meno per sapermi regolare.
Fra l’altro se qualcuno aveva dei lavori da fare in casa, affiggeva un biglietto di scuse per tutto il condominio, nella apposita bacheca a pian terreno.

In tema di musica, la mania di aver la radio accesa comunque, si riversa spesso nei locali pubblici, anche dove la musica non ha molto senso, o cel’ha, a patto di permettere agli avventori di poter parlare senza usare il megafono.
E non dimentichiamo che imporre un certo tipo di musica può risultare fastidioso per chi non ama quel tipo di musica. Quindi, a prescindere dai problemi che può provocare il suono in se, è anche una forma di maleducazione il pretendere che la musica che piace ai gestori del locale debba piacere anche agli avventori.
Va da sè che all’estero questo tipo di problema non l’ho mai rilevato.

Mi sono molto dilungato e concludo, ma se mi fermassi a riflettere potrei sicuramente trovare molti altri casi in cui noi italiani siamo una fabbrica di rumore.
E ripeto non è che all’estero la gente sia moscia, che sacrifichi il piacere alla buona educazione, vivono e si divertono come e direi in certi casi anche molto più di noi.
Mentre sto scrivendo queste righe, sotto casa mia sta andando avanti e indietro un imbecille su di un motorino, ovviamente anche se non troppo rumoroso dal motore che comunque “canta” molto bene, urlando frasi sconnesse mezze canticchiate. Perché? Che necessità c’è di infastidire il prossimo con i tuoi vaniloqui?. Ecco cosa intendo dire: addirittura nello stesso istante in cui scrivo mi arriva servito su un piatto d’argento l’esempio che chiosa il mio concetto.

Quindi, Italiani: non facciamo tanto gli snob che non ci compete! Prima di fare sofismi sui cellulari spianiamo la montagna di disturbo che produciamo con altri mezzi!.