Tutte le volte
che internet entra in qualche modo in una vicenda giudiziaria, si assiste,
purtroppo, a descrizioni, giudizi e suggerimenti inconsci sulla rete da
parte dei mass media, a dir poco impropri.
In questi giorni
è alle cronache il caso di un ragazzo con handicap maltrattato dai suoi
compagni di scuola i quali hanno poi messo il filmato dei maltrattamenti
su internet.
Ad ascoltare i telegiornali, talvolta sembra quasi che il fatto più grave
sia stato proprio la pubblicazione su internet del filmato!
Invece, perdonatemi se pensate che io sia in errore, il fatto grave è che
sia stato maltrattato un ragazzo dai suoi compagni di scuola. Poi il fatto
che avesse degli handicap dà una immagine vigliacca, triste ed ancor più
cattiva di questi ragazzi, come per tutte le persone che approfittano di
chi è più debole.
Il fatto che abbiano filmato la scena e l’abbiano pubblicata su internet
è solamente una riprova della loro stupidità: fanno una malefatta e
mettono a disposizione di tutti le prove della medesima.
Voi potreste osservare che altri ragazzi che si fossero imbattuti nel
filmato potrebbero trarne un esempio diseducativo: non credo. Stiamo
parlando di fatti piuttosto gravi, che non ammettono vie di mezzo, e
quindi chi è stato correttamente educato non può che provare
raccapriccio da quelle scene, chi invece è della stessa pasta di chi ha
compiuto il fatto magari godrà della visione, ma certo non è questo a
peggiorare il suo stato.
In ogni caso, comunque la pensiate, non è certo colpa di internet se quei
delinquenti in erba hanno malmenato il loro compagno!
Questo si
riferisce al fatto recente di cui sopra, ma l’apoteosi si raggiunge
quando vengono scoperti dei casi di pedofilia.
In questi frangenti Internet viene dipinta come la Sodoma e Gomorra del
duemila, dove loschi individui si aggirano in cerca delle passioni più
turpi e proibite.
Mentre, anche in questo caso, internet non è che un mezzo aggiuntivo ai
mezzi già consolidati fra questi biechi personaggi, per scambiarsi il
materiale proibito.
Eppure non è da
sottovalutare l’effetto negativo di questa visione distorta.
È capitato a me e ad alcuni miei amici che persone con cui si dialogava,
scoprendo che noi adoperavamo internet si sono subito rabbuiati, pensando
che fossimo loschi individui, e cen’è voluta per spiegare a queste
persone che internet “è buono”.
Non solo internet è “buono” ma è anche molto più sicuro di quanto
si pensi, anche perché siti contenenti attività illecite non si fanno
certo molta propaganda. In tanti anni io non sono nemmeno finito per
sbaglio in siti del genere.
Ma anche per quanto riguarda il sesso legale, non è che dal sito di Walt
Disney si può finire per caso in un sito porno.
Questa è un po’ una leggenda metropolitana, quella cioè, di finire per
caso click dopo click, in siti sconvenienti, soprattutto da parte dei
minori che navigano.
Per arrivarci
bisogna partire necessariamente da un sito che comunque almeno vagamente
il tema lo tratti, in modo da arrivare in qualche sito da cui poi si può
navigare nel “piacevole proibito”.
Va anche detto poi, visto che il sesso è sempre meno tabù fra i giovani,
l’età media del primo rapporto è collocata ampiamente al di sotto
della maggiore età, che è tutto da verificare quale turbamento può trarre
un minore che per caso finisca in un sito sexy.
Ma questo è un altro discorso: la sostanza è che se si vuole trovare
certi siti bisogna cercarli, non è affatto semplice, ripeto, finirci per
caso.
Se poi ci
riferiamo a siti dal contenuto illegale, credo che nemmeno cercandoli si
trovino perché gli indirizzi saranno custoditi con molta discrezione
nella cerchia degli utilizzatori, e sicuramente non saranno inclusi nei
motori di ricerca! Senza dimenticare che l’accesso sarà certamente
regolato mediante l’introduzione di una password di riconoscimento,
senza la quale non si può entrare.
Chiunque, volendo, può mettere il contenuto del proprio PC in rete senza
costruire un sito “ufficiale” regolarmente registrato, basta gestirlo
come server e farsi contattare non con il famoso www.“qualcosa”, ma
con il proprio indirizzo IP che è poi il vero identificativo di ogni
server.
Appare chiaro che non è un sistema in cui si può finire per caso ed è
persino difficile finirci cercandolo.
Riprendendo
quindi il discorso iniziale, internet è buono ed abbastanza sicuro, la
maggior parte dei siti sono di contenuto positivo e talvolta persino
interessante, e se non lo si cerca è difficile finire dove non si vuole.
Mi domando come possano i mass media ignorare tutto questo.
Qualche volta mi viene il sospetto che si tratti del fenomeno della volpe
e l’uva, se un qualcosa non si capisce o non si ama, lo si denigra.
Non dimentichiamo che la cultura informatica non è poi ancora così
diffusa, ed in tutti i rami sociali.
Ed è parimenti diffuso il preconcetto sui computer e su quanto ruota
attorno, che li inquadra come qualcosa di quasi inutile, di dannoso e via
discorrendo.
Che dire in
conclusione?
Semper ad majora! |