La passione per la musica su vinile sta
riprendendo sempre più piede, tanto che oramai le case discografiche hanno
ripreso a pubblicare anche su vinile le loro produzioni. Naturalmente la cosa mi lascia stupito perché
se si è passati al digitale e quindi al CD ci saranno pure dei motivi. Motivi che sono chiari: oltre ad eliminare il
fruscio di fondo, il supporto ottico non si consuma come per i vinili. Io che ho vissuto, anche tecnicamente,
l’epoca dei vinili, era noto che se uno voleva farsene una copia su nastro,
doveva farlo subito o comunque entro i primi ascolti, per avere il suono
migliore. Questo perché anche il vinile di migliore
qualità, suonato tramite puntine professionali con bracci bilanciatissimi,
ascolto dopo ascolto il solco si consuma senza pietà. Per non parlare della correttezza della
rotazione del piatto a 33 e 1/3 giri al minuto, della planarità del
giradischi, della fermezza con cui il vinile resta sul piatto senza
slittare. Tutti problemi che spariscono con il CD. Ma andiamo oltre: ci sono tanti sostenitori
del fatto che i vinili suonino meglio, anche personaggi noti, che vengono
usati per alimentare la passione del vinile. Questo è un inganno a sé stessi: una persona
può affermare che gradisca maggiormente il suono del vinile, e fin qui vige
il rispetto per le altrui opinioni, ma tecnicamente parlando non è vero. A proposito di personaggi famosi, vorrei
ricordare che nel comitato che ha definito lo standard del CD era presente
il Maestro Herbert Von Karajan. Grande fautore del digitale. Se permettete io mio fido più di Von Karajan
di personaggi spesso nemmeno così famosi o di musicisti d’antan che non è
detto che abbiano, nonostante le apparenze, le conoscenze giuste e
l’orecchio fine di uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i
tempi. Sul digitale è viva la critica sul fatto che
l’onda sonora venga fatta a fettine, cioè campionata, distruggendo
l’andamento sinusoidale del suono originale. Ancora una volta l’ignoranza sui sistemi
digitali si manifesta. Il campionamento consta nel verificare il valore
dell’onda sonora ogni dato periodo di tempo, sui CD 44000 volte al secondo. Il processo inverso non propone però
all’ascoltatore un’onda tutta seghettata 44000 volte ogni secondo, anche se
il nostro orecchio non riuscirebbe ad apprezzarlo, ma i circuiti di
decodifica ricongiungono le “fette” ricostruendo in modo pressoché identico
la forma d’onda originale. Il vinile ha anche altri problemi, come la
limitazione della dinamica del suono che richiederebbe tracce troppo larghe,
oltretutto, circa il sopracitato fruscio, per limitarlo il più possibile
venne introdotta l’equalizzazione RIAA. L’equalizzazione RIAA consiste nel produrre
il disco con gli acuti enormemente amplificati ed i bassi, al contrario
deamplificati. Questo perché? Perché dietro alla testina che legge il vinile
c’è un equalizzatore RIAA inverso, che abbassa gli acuti ed amplifica i
bassi: così facendo, anche il fruscio che pur essendo rumore bianco,
infastidisce soprattutto negli acuti viene drasticamente deamplificato
assieme agli acuti, rendendo l’ascolto molto silenzioso verso il fruscio.
Naturalmente contro la polvere che si deposita nei solchi non c’è
equalizzazione che tenga, si tiene il vinile il meno scoperto possibile e lo
si pulisce prima dell’ascolto, ed è tutto quel che si può fare. Tornando alla RIAA va da sé che anche se
l’equalizzatore è costruito con i componenti migliori, con le tolleranze più
basse dei componenti possibili, non restituirà mai lo spettro sonoro
originale. Cosa che non accade col digitale perché sarà
pure campionato, ma se l’onda aveva quel valore, il digitale restituisce
quel valore, non ci sono equalizzazioni e tolleranze che inficino. Un ultimo paragrafo sugli mp3. A parte il fatto che le schede di memoria,
accettate dalla maggior parte dei lettori mp3, si fanno sempre più capienti
da permettere l’utilizzo di formati lossless come il FLAC, anche il formato
mp3 è stato pensato per distribuire musica di alta qualità. Nella
trasformazione di un CD in mp3, si prendono i valori campionati presenti sul
CD, ma, per ridurre la dimensione del file si adottano alcuni accorgimenti
tra cui la compressione dei dati lossy. Facendo il paragone con le immagini,
è un po’ come il famosissimo formato jpeg, il quale riduce moltissimo le
dimensioni dei file delle immagini, ma al prezzo di perdere qualche dato,
detto un po’ alla buona, là dove due punti hanno valori che sono vicinissimi
ma non uguali vengono considerati uguali e compressi allo stesso modo. Il paragone è calzante perché alla fine
nessuno presente alla scena fotografata, quando la rivede dal file jpeg si
avvede minimamente che in realtà sono stati cambiati dei punti di colore qua
e là. Così funziona anche l’mp3. Se viene fatto
bene usando tutti i parametri al massimo: 320 kb/sec, Stereo puro, ed altri
parametri al meglio, l’mp3, pur di ridotte dimensioni suonerà in modo
impercettibilmente diverso dal CD. Certamente se uno vuole risparmiare
spazio a tutti i costi e produce l’mp3 con impostazioni molto basse, il
risultato sarà inferiore al CD, ma anche in questo caso, bisogna abbassare
parecchio i parametri, perché ci sia un sensibile peggioramento. Amen. |
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